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ornate di Sara ripresero tutte uguali. Sarebbe voluta tornare a casa ma non glielo permettevano… la stavano tenendo “sotto osservazione”. E voleva anche che i suoi genitori la smettessero di essere così insopportabili. Non voleva la loro compassione. Voleva soltanto camminare. Aveva chiuso in un cassetto la conversazione con Chris. Sarebbe stata una…non riusciva a pronunciare mentalmente l’aggettivo “bella”… curiosa esperienza. Da raccontare.
Una parentesi. Ecco perché non riusciva a smettere di pensarci. Una bella parentesi all’interno di quel mondo di merda che stava vivendo. Non l’aveva detto ancora a nessuno. Forse quel piccolo tesoro andava custodito.
Dall’incidente, tutti l’avevano sempre guardata con un misto di pena e compassione. Era uno sguardo difficile ad sopportare. Pesante da sostenere. Più di quello dei suoi genitori con il loro classico “ci hai deluso molto, Sara”. Lui era stato l’unico che non aveva quel fondo di commiserazione negli occhi. O meglio, l’aveva avuto, ma solo per un attimo. Forse era triste per sé e non c’era posto per il dolore di qualcun’altro nel suo cuore…. Ma perché avrebbe dovuto? Aveva una vita perfetta, era famoso, ricco e aveva talento… sicuramente le ragazze gli piovevano addosso, come poteva, come avrebbe potuto ricordarsi della timida sedicenne che gli aveva chiesto di smettere di urlare? Chissà a quante ragazze aveva offerto una bibita, magari non solo per cortesia…
Era mattina. La madre di Sara entrò nella stanza con la solita scorta di giornali e riviste. Lei si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo, ma si morse un labbro.
“ciao tesoro, ti ho portato qualche giornale –tanto per cambiare- non ne ho trovati in italiano, mo dispiace, la prossima volta andrò all’edicola dell’aeroporto e magari riesco a trovarti qualcosa da leggere”
“grazie mamma”
“mmm… ecco il cappuccino”
Sara si ritrovò in mano un bicchiere di starbucks bollente, e mandò giù il cappuccino senza pensarci, poi prese una rivista qualsiasi, piena di foto di ragazze bellissime e truccatissime. Ovviamente in compagnia di uomini altrettanto fascinosi. Non importava cosa pubblicizzassero, le foto erano tutte uguali. Iniziò, come ogni giorno a far finta di leggere, ed aspettare che i suoi genitori si allontanassero per permettersi di essere malinconica.
Il suo ipod era ancora in fondo alla valigia, stranamente intatto dopo l’incidente. Non riusciva a guardarlo. Non voleva più la musica senza poterla ballare.
Il cellulare, sul comodino le vibrò e si accese. Era ancora Chiara che chiamava. Era la settima volta. Sara fissò il dislay, e con un sospiro, rifiutò la chiamata.
scusate l'assenza
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